da “Città esplosa”

di Christian Sinicco*

quando fra i ruscelli che portano alla metropoli

sgorga e scompare la pozzanghera del cosmo

sulla notte che cade come un’arpa rossa

sul pulviscolo acre rimbombano gli ottoni:

ecco un ragno dove musica la pioggia

forgiare la ragnatela

dei suoni

sulle antiche case e le poltrone grigie

dei brandelli ammassati di una creazione evoluta

nei pergolati bui del cervello veloce

nelle corse luminose dei propri motori

le spire audaci dagli sbuffi ornamentali

vorticano tentacoli che erodono il cemento

meditano piramidi e il triclinio fra gli alberi

capovolti e sderenati che svaporano fra i gas

mutano con le ombre nei silenzi e fra le pause

la sinfonia dei corvi è mangiata dai gabbiani

rosa nell’alba gialla e nucleare

bianchi fra i detriti tra le case

antiche, ridotte a nulla

con occhi e cascate

bruciate oramai,

i vapori

ed appesi come lingue

i sopravvissuti

ragni

muovono sul pulviscolo acre rimbombano gli ottoni

sulla notte che cade come un’arpa rossa Continua a leggere